Ciudadania o cidadania italiana
Nella seconda metà dell’Ottocento si è verificata un'emigrazione di massa di cittadini italiani nei Paesi del Sudamerica come Brasile, Argentina, ma anche in Canada e Australia. C'è quindi un gran numero di discendenti di avi italiani che ha la concreta possibilità di vedersi riconoscere lo status di cittadino italiano iure sanguinis.
Che si dica “ciudadania italiana” o “cidadania italiana” o “italian citizenship”, il sogno è uguale per tutti: ottenere il passaporto italiano e la doppia cittadinanza.
Lo Studio Legale Boschetti si occupa delle procedure per l’acquisto della cittadinanza iure sanguinis, sia in via amministrativa che giudiziale.
Leggi una sentenza favorevole di un caso seguito dall'Avvocato Boschetti
La via ordinaria per l’acquisto della cittadinanza italiana iure sanguinis è quella amministrativa. L’istanza può presentarsi, anzitutto, al Consolato italiano del Paese di residenza.
Ci sono però degli Stati in cui la procedura consolare dura tantissimo tempo, come appunto in Brasile, dove gli interessati ad “obter o fazer a cidadania italiana” sono costretti ad un’attesa di circa 10 anni.
Gli interessati preferiscono così la soluzione alternativa: avviare la procedura in Italia. Presupposto essenziale è che il richiedente fissi la residenza anagrafica in un Comune italiano: un Comune qualsiasi, non necessariamente quello di nascita dell’avo.
Ricevere assistenza, per i richiedenti, è necessario sia per reperire l’alloggio dove dovranno fissare la residenza, sia per essere seguiti durante tutta la procedura amministrativa, che è alquanto complessa.
L’assistenza è fondamentale anche dal punto di vista strettamente pratico, perché il richiedente si trova improvvisamente catapultato in una realtà che gli è estranea, in uno Stato di cui non conosce la lingua.
Evidenti, quindi, sono le difficoltà di farsi capire, e in generale di muoversi in Italia per gli aspiranti cittadini, che soprattutto, salvo rare eccezioni non hanno cognizione di quali siano gli step della procedura da seguire.
Nel momento in cui i documenti (eventualmente rettificati) sono pronti, e il cliente sceglie la data di arrivo in Italia, ha inizio la fase esecutiva dell’incarico.
Il primo step dell’incarico con il nostro Studio legale consiste nel reperire l’appartamento dove il cliente andrà a soggiornare durante il tempo necessario alla procedura. Al suo arrivo in Italia, ci occupiamo della dichiarazione di presenza, obbligatoria per legge, della richiesta del codice fiscale presso l'Agenzia delle Entrate, finalizzata alla successiva presentazione della domanda di residenza e della domanda di cittadinanza iure sanguinis, con i relativi documenti.
Accertata la residenza, e subito presentata la domanda di cittadinanza, il richiedente può lasciare l’Italia: la procedura viene portata avanti dal nostro Studio con “procura”.
Ricordiamo anche che il nostro servizio di assistenza nelle pratiche di cittadinanza italiana per via amministrativa include il trasporto da/per l’aeroporto di Fiumicino.
Vogliamo evidenziare che se anche lo scopo principale del nostro servizio è far ottenere la ciudadania italiana ai nostri assistiti, allo stesso tempo, tuttavia, ci teniamo che il loro soggiorno risulti gratificante e che avvenga in una cornice da ricordare.
La seconda via per ottenere la cittadinanza iure sanguinis è quella giudiziale, ovvero tramite un processo da intraprendere dinanzi al Tribunale Civile di Roma nei casi di ius sanguinis per via materna.
Si può soltanto ricorrere al Giudice, infatti, quando nella linea dei discendenti che trasmettono la cittadinanza è presente un discendente di donna italiana nato prima del 1948.
Ciò in quanto la Pubblica Amministrazione italiana non riconosce retroattività alle due sentenze della Corte Costituzionale del 1975 e del 1983, che hanno applicato il principio di parità uomo-donna in materia di cittadinanza italiana, consentendo alla donna di trasmettere la cittadinanza alla prole, al pari del padre, e di non perderla automaticamente a seguito del matrimonio con uno straniero, come prevedeva la Legge n. 555 del 1912.
Questo significa che la procedura amministrativa, di cui sopra si è parlato, in caso di discendenza per linea materna, può essere avviata soltando se il discendente di donna italiana è nato successivamente al 1948: negli altri casi, l’interessato, come si è detto, deve ricorrere al Tribunale italiano.
Nel processo si richiamerà la nota sentenza della Corte di Cassazione del 2009, in forza della quale, riconoscendosi efficacia retroattiva alle due sentenze della Corte Costituzionale sopra citate, la madre, al pari del padre, trasmette la cittadinanza italiana anche se il figlio è nato anteriormente all’entrata in vigore della Costituzione (1° gennaio 1948).
A differenza della procedura amministrativa, il processo giudiziale per via materna non richiede la presenza degli interessati in Italia. La procedura è gestita autonomamente dall’Avvocato in Italia, al quale i richiedenti debbono conferire una procura (con atto pubblico o scrittura privata autenticata da Notaio), che andrà poi tradotta in italiano e legalizzata dall’autorità consolare (o munita di Apostille, se si tratta di Stati aderenti alla Convenzione dell’Aja, come l’Argentina e anche il Brasile, dal 14 agosto 2016).
Riguardo ai tempi del processo giudiziale, la previsione può essere soltanto approssimativa, in quanto ogni procedimento giudiziario ha una durata che può variare da eventi imprevedibili: primo tra tutti il Giudice che viene assegnato alla causa, quante udienze si rendono necessarie per arrivare alla sentenza, eventuali scioperi giudiziari o rinvii di ufficio, se il Ministero dell'Interno partecipa o no al processo, ecc.
Se il processo si conclude positivamente, l’avvocato provvede a notificare la sentenza al Ministero dell’Interno, e successivamente a richiedere il certificato di “non proposto appello”.
La sentenza, inoltre, secondo le leggi fiscali, deve essere registrata presso l’Agenzia delle Entrate.
Dopodiché, l’avvocato provvede a ritirare il fascicolo di parte, contenente i documenti originali, che vengono spediti al cliente, affinché provveda a consegnarli al Consolato italiano del proprio Paese di residenza. Il Consolato italiano, opportunamente sollecitato, provvede a richiedere la trascrizione della cittadinanza all’ufficio dello stato civile presso il Comune di nascita dell’avo italiano. L’interessato potrà successivamente richiedere l’iscrizione all’AIRE e il rilascio del passaporto italiano.
Sia nel caso della procedura amministrativa che di quella giudiziale, il primissimo passo del nostro lavoro è l’analisi dei certificati anagrafici raccolti dai nostri clienti.
Si tratta di un’analisi dettagliata e approfondita, presupposto fondamentale, perché il buon esito della pratica dipende soprattutto dalla regolarità della documentazione, che in particolare non deve presentare errori o storpiature dei nomi e/o dei cognomi dei discendenti, o errori sulle date di nascita e incongruenze varie.
L’esame dei documenti termina con la redazione di un “report”, che viene inviato al cliente, con le eventuali indicazioni delle rettifiche (in via amministrativa o giudiziale) che devono effettuarsi nello Stato di residenza (Brasile, Argentina, ecc.) prima di avviare la procedura.
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